Cos'è il diagramma a vasca da bagno?
La curva a vasca da bagno è un diagramma che vuole rappresentare il c.d. rateo di guasto di un componente. Il rateo di guasto non è altro che la probabilità che un determinano componente o insieme si guasti dopo X tempo dalla sua messa in servizio.
La curva è composta, sostanzialmente, da 3 momenti:
- mortalità infantile: quando metto in servizio un componente o un insieme c'è una probabilità piuttosto alta che non funzioni o si guasti nei primi momenti di funzionamento a causa di vizi di realizzazione che non si sono palesati in fase di collaudo oppure, in caso di collaudo a campione, non sono stati oggetto di verifica;
- normale funzionamento: superato il primo periodo, il mio componente o insieme ha un normale funzionamento: gli elementi guasti, se presenti, si sono palesati nella prima fase, quindi abbiamo tra le mani un qualcosa di correttamente funzionante. La probabilità di guasto rimane presente ma ad un livello decisamente inferiore alla prima fase;
- invecchiamento/usura: chiaramente, il componente o il sistema vanno incontro ad usura legata al funzionamento e utilizzo. Come per la macchina, anche i componenti e i sistemi perdono parte delle loro caratteristiche per attriti, surriscaldamenti, consumi vari ecc. In questa fase, il rateo di guasto ricomincia a salire sebbene con un'inclinazione inferiore a quella vista nella fase di mortalità infantile.
Lo studio del diagramma a vasca da bagno ci aiuta a individuare il tempo medio di guasto e pianificare la manutenzione preventiva o, addirittura, la sostituzione preventiva.
Cosa c'entra il diagramma a vasca da bagno con la sicurezza sul lavoro?
Vedendo il diagramma, mi sono reso conto che può rappresentare bene la probabilità di infortunarsi dei lavoratori e non solo.
Fase 1: la mortalità infantile
La fase 1 rappresenta il primo periodo di lavoro di un nuovo operatore in azienda. Scarsa conoscenza del lavoro, scarsa consapevolezza del contesto aziendale e dei rischi connessi all'attività, lo portano ad essere un soggetto sicuramente a maggior rischio.
Se, a questo, si unisce anche la giovane età, inferiore a 30 anni, abbiamo anche l'effetto dello sviluppo della mielina nel cervello che, non essendo ancora completa, può ridurre la capacità dell'individuo di rapportarsi correttamente con i rischi lavorativi.
In questa fase è essenziale la formazione e, soprattutto, l'affiancamento vigile delle persone esperte. Sommate l'Effetto Dunning Kruger e capite bene che non saranno sufficienti un paio di settimane di addestramento per evitare problemi: una volta terminato l'addestramento, il lavoratore dovrà essere tenuto sotto stretto controllo dal proprio preposto per intercettare tempestivamente eventuali disattenzioni, scorciatoie ecc. indotte dall'eccesso di confidenza che caratterizza chi ha acquisito le prime competenze in una determinata materia e si sente ormai esperto.
Anche dal punto di vista dei rischi per la salute, le prime fasi di lavoro possono evidenziare delle condizioni di suscettibilità ai rischi presenti. Aiuta la visita medica preventiva, ma certe ipersensibilità a eventuali sostanze, si scoprono generalmente solo al momento dell'esposizione.
Fase 2: normale funzionamento
In questa fase abbiamo un lavoratore ormai formato ma conscio che le cose da scoprire sono ancora molte. Ha già magari anche fatto qualche esperienza di infortunio o mancato infortunio, direttamente o dei propri colleghi. Sa che sul lavoro non si scherza. Presta generalmente attenzione a quello che fa e i riflessi lo aiutano.
In questa fase, la vigilanza e la ripetizione della formazione e informazione sono elementi utili a preparare il terreno per la prossima.
Fase 3: usura
Come per i componenti, anche noi andiamo incontro a "usura" che è sia fisica che psicologica.
Dal punto di vista fisico, la nostra storia ha logorato alcune nostre caratteristiche (riflessi, flessibilità muscolare e scheletrica, forza, capacità uditive) che vanno a ridurre la capacità di reagire ai rischi di malattia professionale quale rumore, vibrazioni, MMC ma anche infortunistici con un aumento delle fratture.
E', però, dal punto di vista di atteggiamento che i lavoratori e datori di lavoro più esperti mostrano questa usura. Viene anche chiamata "assuefazione al rischio" e rappresenta quel normale processo psicologico che porta a considerare sempre con meno attenzione quei rischi ai quali siamo giornalmente esposti. Viene comunemente identificata come "eccesso di sicurezza" ovvero il sopravvalutare il proprio livello di tutela della sicurezza, scegliendo anche di rinunciare ad alcuni elementi che l'operatore considera non significativi.
In questa fase, la vigilanza è essenziale ma, spesso, è svolta proprio da coloro che, più esperti, hanno assunto il ruolo di preposto ed essi stessi sono i primi a subire gli effetti di questa fase. A questo, si unisce una sorta di intoccabilità di coloro che lavorano in azienda da tanto tempo. E la frittata è fatta.