La valutazione del rischio da sollevamento - Parte 2 - Valutazione approfondita

Qualora la valutazione rapida (Quick assessment) non dovesse dare un risultato definitivo, si deve procedere alla valutazione approfondita.

Questa si realizza attraverso l'applicazione della UNI ISO 11228-1, sfruttando alcune indicazioni riportate dalla ISO TR 12295.

La UNI ISO 11228-1 prevede una valutazione per fasi successive, nelle quali il valutatore è guidato nella verifica del rispetto o meno di alcune condizioni di riferimento.

Fase 1: verifica del rispetto dei pesi di riferimento

La UNI ISO 11228-1 inizia il percorso con un semplice test: i pesi sollevati possono superare i pesi di riferimento?

Potremmo dire che si tratta di una verifica di “picco” come per il rumore. Se, nel corso della giornata, l'operatore è chiamato a sollevare un peso superiore a quello di riferimento, si deve prevedere un intervento.

I pesi di riferimento non sono indicati in maniera chiara e definitiva all'interno della UNI ISO 11228-1 ma sono desunti dalla prassi consolidata e ufficializzati all'interno della ISO TR 12295:

  • Uomini (18-45 anni) 25 kg
  • Donne (18-45 anni) 20 kg
  • Uomini (<18 anni o >45 anni) 20 kg
  • Donne (<18 anni o >45 anni) 15 kg

Non si tratta di pesi massimi sollevabili ma di pesi che, se superati, richiedono una modifica o adattamento.

Come specificato al punto 4.3.1 questa verifica va fatta anche sui pesi sollevati in maniera non ripetitiva.

Fase 2: verifica dei pesi in base alla frequenza

Superata la prima fase che richiede una verifica secca sul peso massimo sollevato, si passa ad una verifica dei pesi considerando la frequenza di sollevamento. La frequenza va desunta dalla formula:

numero di sollevamenti / durata del compito di sollevamento

Se un lavoratore, per preparare un bancale che richiede lo spostamento di 30 scatole, impiega 30 minuti, la frequenza è di 1 sollevamento al minuto. A prescindere dal fatto che, durante l'operazione, ci siano momenti per le quali vi sia una frequenza maggiore o minore.

Per la verifica il tecnico deve andare a confrontare su un grafico i pesi sollevati con i pesi di riferimento individuati in base alla frequenza di sollevamento. Se il peso sollevato si trova sulla parte del grafico sopra alla curva, la situazione deve essere modificata, altrimenti risulta accettabile.

Fase 3: verifica in relazione alla postura di lavoro/posizione dell'oggetto

La UNI ISO 11228-1 riporta, per la determinazione di questo fattore, un metodo NIOSH privo di alcuni parametri. La ISO TR 1229, corregge queste mancanze, riportando il tutto ad un NIOSH 1993 revised edition.

In sostanza, il metodo prevede di partire da un peso di riferimento, quello indicato nella fase 1, e viene ridotto in base ad alcuni parametri:

  1. Distanza orizzontale: rappresenta la distanza tra il piano verticale che unisce i malleoli e la posizione del palmo delle mani o il baricentro dell'oggetto sollevato. Maggiore è la distanza, maggiore è il momento torcente che il carico provoca sulla schiena. Questo parametro ha un impatto molto forte sull'indice di rischio complessivo.
  2. Posizione verticale: rappresenta l'altezza delle mani da terra. La distanza ideale è 75 cm; allontanandosi da questa, sia verso l'alto che verso il basso, si ha una riduzione del moltiplicatore con un aumento dell'indice di rischio. L'altezza verticale va a considerare la necessità di doversi abbassare, con il rischio di piegare la schiena o, in caso di sollevamenti sopra le spalle, di inarcare la schiena all'indietro. Entrambe le situazioni determinano un aggravio del rischio.
  3. Distanza verticale: è la massima escursione verticale che il peso compie durante il sollevamento. In assenza di ostacoli è la distanza verticale tra il punto di presa e il punto di rilascio ma, se tra i due punti vi sono ostacoli che richiedono un ulteriore sollevamento o abbassamento del carico, questo deve essere considerato. Il fattore vuole considerare gli effetti che può avere sulla schiena la necessità di far compiere all'oggetto dei tragitti verticali più o meno significativi.
  4. Asimmetria: riguarda l'angolo formato tra la posizione iniziale neutra e la posizione di presa o prelievo. Questo parametro serve a considerare la torsione del tronco che rappresenta un rischio per la schiena, se effettuata mentre solleviamo un carico.
  5. Frequenza: è il numero di sollevamenti al minuto così come definiti in fase 2.
  6. Durata: è la durata del compito di sollevamento. Sono previste tre situazioni: breve durata, durata media e durata lunga. La durata del compito va definita sia considerando la durata del compito di sollevamento che i periodi di riposo. Poiché è un argomento piuttosto complesso, si rimanda ad un articolo specifico.
  7. Presa: le modalità di presa di un oggetto influenzano lo sforzo necessario. Sono previste tre possibilità: buona, sufficiente o scarsa.
  8. Numero di mani: la ISO TR 12295 aggiunge un parametro per valutare i sollevamenti che vengono eseguiti con una sola mano, invece che con due. In questo caso, il metodo propone di applicare un coefficiente di 0,6 quindi peggiorativo legato alla asimmetria del carico rispetto alla schiena che induce, sicuramente, un aggravio del rischio.
  9. Numero di lavoratori: l'ISO TR 12295 introduce la possibilità di considerare che un determinato sollevamento venga effettuato da più persone, come capita quando il carico da sollevare eccede i pesi di riferimento. In questo caso, ogni lavoratore si trova a sollevare un peso pari a metà del peso dell'oggetto ma, considerando le condizioni di sollevamento, verrà applicato un fattore correttivo peggiorativo, che tiene conto delle difficoltà legate alla posizione del baricentro e dovute al dover effettuare in due o tre persone l'operazione.

A fronte della determinazione di questi fattori, il metodo propone formule o tabelle per trasformare i singoli valori geometrici in moltiplicatori il cui valore si assesta tra 0 e 1. Tutti questi, moltiplicati tra loro e con il peso di riferimento iniziale (vedasi fase 1), permettono di ottenere un peso di riferimento relativo alle modalità di sollevamento evidenziate.

L'indice di rischio sarà dato dal rapporto tra il peso effettivamente sollevato e il peso di riferimento calcolato. Se il peso sollevato è inferiore al peso raccomandato, l'indice sarà inferiore a 1, altrimenti superiore.

A differenza della UNI ISO 11228-1, che parla solo di <1 o >1, la ISO TR 12295 prevede delle fasce:

  • <1: rischio accettabile
  • 1-2: presenza di rischio. Intervenire pianificando interventi
  • 2-3: presenza di rischio: livello alto. Intervenire appena possibile
  • >3 presenza di rischio: livello molto alto. Intervenire immediatamente

Nel prossimo articolo, analizzeremo i metodi, derivati da questo, per andare a definire l'indice di rischio in presenza di più compiti diversi svolti nel corso della giornata lavorativa

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