Scopo e campo di applicazione
La norma, come l'edizione precedente, ha lo scopo di definire i requisiti applicabili ai sistemi di illuminazione di emergenza, in particolare sulle vie di esodo.
L'illuminazione di emergenza si distingue in:
illuminazione per l'esodo in caso di emergenza. A sua volta si distingue in: illuminazione delle vie di esodo, illuminazione antipanico delle aree esterne, illuminazione delle aree con compiti a rischio elevato;
illuminazione dell'area di lavoro: ha come obiettivo di assicurare la sicurezza delle persone alle quali è permesso di rimanere temporaneamente in un locale;
illuminazione per continuare la normale attività di lavoro;
Le luci vanno montate ad almeno 2 metri dal piano di calpestio e meno che questo non sia adatto per il caso specifico. Se si tratta di segnali illuminati internamente, l'altezza non deve eccedere i 3 metri.
L'illuminazione di evacuazione deve trovarsi all'interno del volume al quale appartiene la via di esodo, quindi non si può avere l'illuminazione della via di esodo tramite luci in locali adiacenti con superfici trasparenti.
Quando un'uscita di emergenza non è immediatamente visibile da un punto qualsiasi, si rende necessario installare un cartello indicante la via di esodo che dovrà essere internamente o esternamente illuminato.
Dove installare le luci di emergenza
Il punto 4.2 riporta l'elenco dei punti di interessa che devono essere illuminati:
entro 2 metri orizzontalmente dalle uscite di emergenza;
entro 2 metri orizzontalmente dalle scale affinché ogni rampa sia illuminata direttamente;
entro 2 metri dai dislivelli;
nei cambi di direzione delle vie di esodo quando la direzione della via di esodo non è chiara;
presso le intersezioni dei corridoi;
fuori dall'edificio entro 2 metri orizzontalmente dalle uscite finali e presso i punti di raccolta;
entro 2 metri orizzontalmente dalle cassette di primo soccorso affinché queste siano illuminante con almeno 5 lux;
entro 2 metri orizzontalmente rispetto ai presidi antincendio affinché questi siano illuminati con almeno 5 lux;
entro 2 metri orizzontalmente dai presidi di soccorso delle persone con disabilità per garantire almeno 5 lux sull'equipaggiamento;
entro 2 metri orizzontalmente dalle centraline di ricevimento delle chiamate di emergenza dagli ascensori;
corridoi che da un ascensore conducono alla via di esodo più vicina;
entro 2 metri orizzontalmente dalle maniglie per il rilascio delle porte a chiusura elettronica in modo che il dispositivo sia illuminato con almeno 5 lux;
è opportuno avere più dispositivi di illuminazione in modo da ottenere una ridondanza. Se il locale non è maggiore di 8 mq, è sufficiente che il secondo dispositivo sia un segnale illuminato internamente;
è necessario prevedere l'illuminazione delle aree aperte se l'area è maggiore di 60 mq e se l'area presenta rischi quali numero elevato di occupanti, rischi di inciampo ecc.;
bagni in batteria e spogliatoi: se più grandi di 8 mq, devono avere un'illuminazione antipanico (aree aperte);
antibagno: devono avere l'illuminazione di emergenza come le vie di esodo;
bagni accessibili, docce e spogliatoi e bagni singoli con spazio per il cambio dei bambini, devono garantire un'illuminazione di 1 lx;
piscine: 5 lx sul pelo dell'acqua e sulle vie di circolazione della piscina;
le stanze dove si trovano generatori, controlli e comandi devono avere un'illuminazione di evacuazione pari ad almeno 0,5 lx, 5 lux sul piano di lavoro.
La norma prevede la modalità di misura del livello di illuminazione di emergenza. Nel caso delle vie di esodo, è necessario effettuare una misura ogni X metri in base alla lunghezza della via di esodo. La misura si effettua sulla linea centrale della via di esodo.
Nel caso delle scale, la misura va fatta al secondo gradino. I valori rilevati vanno ridotti del 10% per tenere conto dell'incertezza di misura.
Fabio Rosito
Consulente in materia di sicurezza e salute dei lavoratori
Laureato in ingegneria per l'ambiente e il territorio del Politecnico di Torino
Ingegnere certificato CertIng+ in sicurezza e salute dei lavoratori
Membro di S.T.I. Studio Tecnico Integrato di Torino
Coordinatore Regionale AIAS Piemonte e Valle d'Aosta
Membro del Direttivo Nazionale AIAS Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza



